Per uscire dall'emergenza servono nuove politiche sanitarie, partendo dall'ascolto dei professionisti della sanità. A dirlo le Acli trentine che lanciano un affondo a chi governa la provincia: si ha l'impressione – si legge in una nota - che la Giunta provinciale sia latitante, in grado solo di rincorrere i problemi anziché gestirli con lungimiranza. L'Autonomia ha bisogno di essere governata non di essere soltanto amministrata". "Come è possibile – si chiedono le Acli - che in due anni di pandemia il sistema sanitario sia sempre in affanno, con personale costretto a turni massacranti? Come è possibile che alla quarta ondata si debbano ancora bloccare le visite specialistiche, i ricoveri, i controlli diagnostici, sottoponendo il cittadino a estenuanti attese, a dover subire lo slittamento temporale di interventi terapeutici programmati per patologie complesse e gravi? In questa situazione è inoltre aumentato il ricorso alle prestazioni private a pagamento facendo emergere la pesante disparità sociale fra coloro che possono accedere alle cure private e coloro che non se le possono permettere.
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