Trento ha posato le sue prime due pietre d’inciampo, per non dimenticare l'orrore della guerra, dei lager e delle leggi razziali. Sono dedicate ad Albino Nichelatti e Arturo Tomasi. Si trovano in via San Martino 59 e in corso Alpini 11.
Albino Nichelatti, nato a Trento nel 1880 morì a Mauthausen il 24 aprile del 1945, pochi giorni prima che i carri armati americani liberassero i sopravvissuti del lager. Era un detenuto politico: da tecnico della Todt, aveva infatti sottratto i disegni delle fortificazioni della linea gotica per aiutare la Resistenza partigiana e gli alleati. Arturo Tomasi, nato nel 1912, arrestato nel 1943 e deportato a Flossenbürg, a ingrossare le fila dei lavoratori forzati delle fabbriche del Reich, riuscì miracolosamente a sopravvivere alla prigionia e a tornare a casa. "Sta crescendo attorno a noi - ha detto il sindaco di Trento - quella che è stata definita la città senza memoria. Per essere una città diversa, Trento ha scelto di spezzare le sue strade con le pietre d'inciampo".
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